chissà se mi sarebbe piaciuto non trovare calzini spaiati sotto i divani

chissà come sarebbe stato se ti avessi incontrato quando si era ragazzi e la nostra età dell’innocenza non si era ancora consumata tra lo scorrere delle ore  impietose delle giornate noiose? In fondo abbiamo abitato per almeno dieci anni a tre isolati di distanza, nello stesso quartiere, abbiamo scoperto  dopo trent’anni di  aver frequentato la stessa libreria di corso agnelli…forse gli dei sono stati pietosi, se non altro abbiamo scampoli di vita arlecchini da cucirci addosso e non silenzi di corpi che non si conoscono più.

chissà se non avessi incontrato te, invece, se non fossimo andati a vedere arancia meccanica quel giorno di inizio maggio del millenovecentosettantasei, altro secolo, non avevo ancora l’età per vederlo  e chiedevano pure la carta d’identità ai tempi, chissà se la mia vita sarebbe stata più felice, meno spalmata su divani in attesa che qualcosa succedesse.

chissà se ti avessi sposato, come voleva mia madre, se le avessi dato retta che le mamme hanno sempre ragione sulle questioni sentimentali, che ancora adesso dice alle mie figlie vostra madre doveva sposare quel bravo ragazzo di enrico, uno di quelli perbene, senza tante fantasie nella testa, che in spagna non ci sono più tornata dopo e neanche in sicilia, avremmo fatto bei viaggi, condiviso un amore quieto, tranquillo, da invecchiare da giovani insieme.

chissà come sarebbe avere una storia con te ,di quelle storie che diventano leggende metropolitane, chissà cosa sarebbe stato farsi chilometri ogni fine settimana per vedersi, chissà come sarebbe stato avere un coraggio che non abbiamo avuto ,quel fermarsi un attimo prima del tutto, chissà se mi sarebbe piaciuto il tuo odore, il tuo sguardo , se mi sarebbero piaciuti i tuoi polsi, perchè ho sempre saputo che   gli uomini dai polsi grossi non vanno bene per me, tu che sei  il riassunto degli uomini con cui avrebbe potuto essere e non è mai stato.

chissà come sarebbe stata la mia vita senza voi, senza le vostre manine piccole che stringevo mentre vi accompagnavo all’asilo, senza i vostri nasini da soffiare forte, senza i vostri sorrisi, senza il vostro commovente volersi prendere cura di me, come se io fossi una bambolina di bisquit.

immagino la mia vita in una casa piccola, sempre in ordine, senza calze spaiate e piastra per capelli perennemente accesa, immagino un bassotto tedesco a pelo ruvido di nome hans, immagino un bagno dove non spariscono il mascara e l’eye-liner e l’eau fraiche dura più di due settimane, immagino la pila dei libri ordinati, i giornali al loro posto, le chiavi di casa sempre a portata di mano, le monete che rimangono magicamente nel borsellino, immagino una vita che non è la mia, la metto in scena nei miei racconti e  la ballo da sola.

la mia vita avrebbe potuto essere altra, ma chissà se mi sarebbe piaciuta così tanto.

KwjsYWGvaJo

Una risposta a “chissà se mi sarebbe piaciuto non trovare calzini spaiati sotto i divani

  1. anche io ci penso spesso.
    per lo meno a qualcosa del genere.
    forse un piccolo dubbio resta.
    forse avrei vissuto una vita più calma e con meno patemi.
    però… no, non credo che mi sarebbe piaciuta.
    (vedo che abbiamo in comune non solo i calzini spaiati sotto al divano, ma anche la piastra sempre accesa, i trucchi che spariscono, gli spiccioli… questa cosa mi piace…)

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